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- Anoressia Nervosa
L'anoressia nervosa è, insieme alla bulimia, uno dei più importanti disturbi del comportamento
alimentare.
Le caratteristiche principali che la contraddistinguono sono il rifiuto del cibo e la paura
ossessiva di ingrassare. Le persone anoressiche, spesso riconoscibili per l'eccessiva magrezza,
ricorrono a diete drastiche o, addirittura, al digiuno totale, pur di ottenere un calo del proprio peso
corporeo.
L'anoressia viene ulteriormente suddivisa in due sottotipi:
1. anoressia nervosa con restrizioni;
2. anoressia nervosa con abbuffate e successive pratiche di eliminazione.
Nel primo caso il soggetto si limita a digiunare per mantenere il peso al di sotto della soglia
minima; nel secondo caso, invece, il soggetto alterna al digiuno delle abbuffate incontrollate e
compensa l'eccessiva ingestione di cibo attraverso il vomito autoindotto, l'uso inappropriato di
lassativi, diuretici e clisteri o il ricorso a una frenetica attività fisica.
Alla base dell' insorgenza di tali disturbi ci sono una serie di fattori scatenanti, che creano l'illusione di poter spostare sul cibo il controllo che si pensa di non avere sulla propria vita.
Le persone affette da questa malattia sono, per lo più, insicure di sé, preoccupate oltre misura del giudizio altrui, interessate ad avere l'approvazione degli altri, dotate di scarsa autostima e con tendenze perfezionistiche.
A tutto ciò si aggiungono:
- difficoltà a relazionarsi con i propri familiari;
- incapacità a rapportarsi con le persone;
- insoddisfazione per il proprio aspetto fisico.
Anche i condizionamenti socio-culturali possono rivelarsi un fattore scatenante, proponendo
modelli di donne magre e perfette fisicamente. In questo modo associano l'avvenenza e il successo
all'idea di magrezza e il grasso corporeo a quella di una persona debole, perdente e poco attraente.
La malattia inizia quasi sempre con una dieta; resistere alla tentazione del cibo rinforza il senso di
autocontrollo e l'autostima. Se poi amici e conoscenti esprimono apprezzamenti per la forma fisica
migliorata, il soggetto è incoraggiato a continuare, anche se il digiuno forzato si rivela faticoso. In
realtà, quando si intraprende una dieta troppo drastica, il corpo assume un comportamento
biologico, che è funzionale e necessario alla sua sopravvivenza; produce, infatti, in quantità
superiori alla norma un neurotrasmettitore chiamato serotonina, che funziona come sedativo sulla
sofferenza fisica. Questa prima fase della malattia viene chiamata "luna di miele con l'anoressia":
Ci si sente forti e vitali, si ha la sensazione di aver trovato il rimedio giusto per i propri problemi.
L'atto del mangiare viene, invece, vissuto come un fallimento; a volte, tuttavia, la fame è tale da
costringere il soggetto anoressica ad abbuffarsi, salvo poi rimediare assumendo comportamenti di
compenso.
Prima di proseguire oltre, è bene precisare che non tutti coloro che intraprendono una
dieta si ammalano di anoressia o bulimia; solitamente, ai fattori scatenanti segue un fattore
precipitante, che può essere rappresentato da un forte dolore, ima profonda delusione, liti in
famiglia, un evento particolarmente traumatico, e che scatena la malattia.
Con il protrarsi della dieta anche questa iniziale sensazione di benessere viene meno e cominciano a
manifestarsi in maniera evidente i primi sintomi: depressione, fobia del cibo, percezione distorta
dell'immagine del proprio corpo, paura d'ingrassare.
Sintomatologia
L'anoressia e molto difficile da diagnosticare, perché la sintomatologia si presenta in maniera
piuttosto subdola e il malato ha la tendenza a nascondere la sua condizione o a negarne la gravità.
Spesso passano mesi prima che il medico di base riesca a diagnosticare la malattia. Esistono,
tuttavia, una serie di criteri standard che possono aiutarlo a formulare una diagnosi corretta:
o eccessiva magrezza, con un indice di massa corporeaQ] inferiore a 17,5;
o paura dîngrassare anche in presenza di un evidente stato di sottopeso. L'impressione che il
peso non cali mai abbastanza è un assillo costante;
o preoccupazione estrema per le forme corporee e percezione errata del proprio corpo.
Nonostante l'eccessiva magrezza i soggetti anoressici si vedono sempre troppo grassi;
o nei pazienti di sesso femminile amenorrea (ossia la mancanza del ciclo mestruale da almeno
tre mesi consecutivi) oppure un ritardo dello sviluppo puberale.
Alcune delle conseguenze legate al protrarsi della malattia sono:
- perdita del senso naturale di fame e e sazietà;
- fragilità ossea;
- secchezza della cute;
- insufficienza renale;
- aritmie cardiache;
- ipotensione e stati di debolezza;
- disturbi del sonno;
- intolleranza al freddo;
- mancanza di zinco e perdita di sali;
- carie dentaria;
- cefalea;
- aumento della predisposizione alle infezioni dovuto alla diminuzione dei leucociti ne sangue;
- ipoglicemia;
- dolori addominali e rallentato funzionamento di tutti gli organi legati alla digestione;
- disturbi della crescita;
- perdita di capelli;
- crescita di una peluria diffusa, il cosiddetto languo;
- atrofia del seno e dei testicoli;
- diiminuzione del desiderio sessuale o impotenza nei pazienti di sesso maschile;
- sterilità;
- astenia;
- morte improvvisa.
- insorgono, inoltre, problemi di natura psichica quali ansia, depressione, sbalzi di umore, irritabilità,
inquietudine, disturbi della concentrazione, perdita di interessi e tendenza all'isolamento.
Come si può curare
La terapia è in genere molto lunga; é raro, infatti, che si ottengano dei risultati in tempi brevi.
Se la
diagnosi e il trattamento vengono effettuati tempestivamente e se il soggetto é motivato a farsi
curare, le probabilità di guarigione sono maggiori.
La terapia può essere condotta a livello ambulatoriale, se la malattia e a uno stadio iniziale; poiché,
in questi casi, la perdita di peso non è tale da creare complicazioni mediche, è preferibile non
allontanare il paziente dal suo ambiente familiare. Quando, invece, il calo di peso e tale da mettere a rischio la vita stessa del malato, allora e preferibile ricorrere al ricovero in ospedale, nel caso di
degenze prolungate, in cliniche specializzate nel settore dei disturbi psicosomatici. ll trattamento
- dovrebbe essere effettuato da un'équipe multidisciplinare, composta da medici, dietisti, psicologi e
psicoterapeuti.
Gli interventi effettuati per curate l'anoressia sono di tipologia diversa psicoterapia: essa può prevedere varie forme di terapia individuale, famigliare e di gruppo;
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terapia farmacologica: l'uso degli psicofarmaci può rivelarsi utile per curate gli stati di
depressione, ansia e fobia;
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terapia nutrizionale: un dietista ha il compito di rieducare il paziente a uno stile di alimentazione corretto;
- gruppi di auto-aiuto: sono d'aiuto al malato per portarlo ad avere consapevolezza di sé e a
riconoscere il proprio disturbo;
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colloqui con i genitori e i familiari per aiutarli a conoscere la malattia e sostenerli durante il
percorso di cura del soggetto anoressico.
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- Bulimia Nervosa
La bulimia nervosa è insieme all'anoressia, uno dei più importanti disturbi del comportamento
alimentare. La sua caratteristica principale consiste in alternanza tra brevi digiuni, diete fai da te
ingestione di una quantità smisurata di cibo. Il soggetto bulimico manifesta spesso un bisogno
incontrollabile di assumere cibi altamente calorici; non si mangia per il semplice gusto di farlo, ma
per trovare conforto in momenti di depressione causati da alterazioni improvvise dell'umore, stati di ansia, stress, ecc.. Le persone bulimiche non sono necessariamente sotto-peso, anzi si distinguono per le forti oscillazioni del peso corporeo da non-male a sovrappeso.
La bulimia viene ulteriormente suddivisa in due sottotipi:
1. bulimia nervosa senza pratiche di eliminazione;
2. bulimia nervosa con pratiche di eliminazione.
Nel primo caso il soggetto si limita a digiunare o a praticare dell'esercizio fisico per perdere il peso
acquistato; nel secondo caso, invece, il soggetto tende a compensate l'abbuffata e a ridurre il senso
di sazietà attraverso il vomito autoindotto e l'uso inappropriate di lassativi, diuretici e clisteri.
l fattori che possono provocare l'insorgere di questa malattia sono, prevalentemente, di natura
psicologica e possono essere assimilati a quelli che sono alla base dell'anoressia.
Sintomatologia
Un soggetto e affetto da bulimia nervosa se manifesta i seguenti sintomi:
-ricorso alle abbuffate almeno due volte alla settimana per tre mesi consecutivi;
- utilizzo di comportamenti di compenso (vomito, lassativi, diuretici, enteroclismi, digiuno,
esercizio fisico eccessivo) per prevenire l'aumento di peso;
- preoccupazione eccessiva per il peso e per le forme corporee.
Inoltre, la bulimia nervosa deve essere differenziata dall'anoressia nervosa, che in una delle sue
forme mostra lo stesso desiderio di ingurgitare una smisurata quantità di cibo. Per ii soggetto
bulimico, infatti, l'abbuffata è una sorta di rituale programmato, mentre per il soggetto anoressico è qualcosa di improvvisato e saltuario. Un elemento più evidente, tuttavia, che permette di operare una netta distinzione tra le due patologie e dato dal peso dei pazienti: sottopeso gli anoressici,
normopeso o sovrappeso i bulimici.
Alcune delle conseguenze legate al protrarsi della malattia sono:
- gonfiore alle ghiandole salivari e corrosione dei denti;
- abrasione del dorso delle mani causato dal tentativo di indurre il vomito;
- per i soggetti femminili possibili inegolaxiti del ciclo mestruale;
- lesioni e infiammazioni dell'esofago;
- dolori di stomaco;
- crampi muscolari;
- aritmie cardiache;
- compromissione della funzionalità renale;
- costipazione e flatulenza;
- vertigini e disturbi della circolazione;
- diminuzione dell'attività sessuale;
- mal di gola.
insorgono, inoltre, problemi di natura psichica quali depressione, alterazioni dell'umore, stati di
ansia o di stress, irritabilità, inquietudine, disturbi della concentrazione, sensi di colpa e vergogna.
Come si può curare
Gli interventi effettuati per curare la bulimia sono di tipologia diversa:
- psicoterapia: essa può prevedere varie forme di terapia individuale, famigliare e di gruppo;
- terapia farmacologica: l'uso degli psicofarmaci può rivelarsi utile per curate gli stati di
depressione e di ansia;
- terapia nutrizionale: un dietista ha il compito di rieducare il paziente a uno stile di alimentazione corretto;
- gruppi di auto-aiuto: sono d'aiuto al malato per portarlo ad avere consapevolezza di sé e a
riconoscere il proprio disturbo;
- colloqui con i genitori e i familiari per aiutarli a conoscere la malattia e sostenerli durante il
percorso di cura del soggetto bulimico.
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- BED (Binge Eating Disorder) e NES (Night Eating Syndrome)
La Sindrome do Alimentazione incontrollata o BED (Binge Eating Disorder) rientra a pieno titolo nelle patologie legate al comportamento alimentare.
Questo disturbo, che solo di recente é stato descritto in maniera chiara ed esaustiva, spinge il
soggetto a compiere grandi abbuffate, in modo veloce e vorace, fino a raggiungere la complete
sazietà. Esso è associato a forme di sovrappeso e a un'insorgenza precoce dell'obesità. (con un
indice di massa corporea superiore: a 30). Esiste, dunque, una stretta correlazione tra queste due
patologie; infatti, il BED colpisce circa il 30% dei soggetti obesi con una storia dietologica
fallimentare. Un'insorgenza può verificarsi in un periodo compreso tra la tarda adolescenza e i 40
anni.
Un soggetto affetto da BED manifesta i seguenti sintomi:
- ricorso alle abbuffate almeno due volte alla settimana per 6 mesi consecutivi;
- assenza di comportamenti di compenso sistematici;
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preoccupazione per il peso e le forme corporee;
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insorgenza precoce di forme di obesità;
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scarsa autostima;
- stati di depressione.
Gli episodi di alimentazione incontrollata sono, inoltre, associati alle seguenti caratteristiche:
- mangiare molto rapidamente grandi quantitativi di cibo anche in assenza di appetito;
- mangiare prevalentemente in solitudine a causa del sense di disgusto, disagio e imbarazzo causato dalla perdita di controllo sul cibo;
- sentirsi in colpa dopo le abbuffate.
A scatenare l'abbuffata e quasi sempre un'emozione molto forte; essa avviene solitamente fuori dai
pasti principali.
Si pensa che il BED sia legato a uno stato depressivo del soggetto, anche se non e chiaro se sia la
depressione a innescarlo o il contrario. In ogni caso, l'abbuffata è un modo per riempire un vuoto
interiore. Capire le cause e, dunque, molto importante per scegliere la terapia piii adatta. Essa
consiste prevalentemente nella combinazione di cure farmacologiche (antidepressivi) e
psicologiche.
Disturbo analogo e la Sindrome dei mangiatori notturni o NES (Night Eating Syndrome), che
presenta le stesse caratteristiche della Sindrome da Alimentazione incontrollata, con l'unica
differenza che le abbuffate avvengono di notte. Nei soggetti affetti da questa sindrome si riscontra
di solito un' inversione del ritmo ormonale giorno-notte (melatonina che influisce sul sonno e
leptina che influisce sull'appetito). In sostanza, chi soffre di NBS non sarebbe altro che un soggetto
affetto da Binge Eating Disorder con ritmo giorno-notte invertito.
Anche in questo caso si possono
ottenere buoni risultati con le stesse cure impiegate per la Sindrome da Alimentazione Incontrollata.
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- DCA Atipici o EDNOS (Eating Disorder not Otherwise Specified)
I Disturbi Alimentari Atipici o EDNOS (Eating Disorder not Otherwise Specified) sono caratterizzati della presenza di forti anomalie nel comportamento alimentare, ma non rientrano nella classificazione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali - DSMQ1. La presenza di sintomi e comportamenti simili a quelli riscontrabili anche nei disturbi alimentari fa si che talvolta la diagnosi possa rivelarsi errata. Identificare un disturbo atipico e, soprattutto, non confonderlo con un altro disturbo del comportamento alimentane é di fondamentale importanza per intraprendere una terapia appropriata.
Questa categoria comprende:
- patologie simili all'anoressia o alla bulimia, che vengono definite anche sindromi parziali o disturbi sotto soglia, perché mancano di uno o più criteri fondamentali richiesti per la diagnosi;
- una serie di malattie ancora non completamente definite e delineate.
Si riporta di seguito una breve descrizione delle principali patologie ritenute atipiche:
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la sindrome "mastica e sputa" (chewing and spitting in inglese): i soggetti che presentano
questo disturbo passano parte del loro tempo a masticare grandi quantità di cibo che poi non
viene deglutito;
- il disturbo da dieta cronica (dieting in inglese), caratterizzato da un controllo esasperato
del peso e da una costante attenzione alla dieta. Le persone che controllano in questo modo
il loro peso svolgono, apparentemente, una vita normale; in realtà, essa risulta notevolmente
limitata dalle esigenze della dieta, per cui può risultare molto problematico anche solo uscire
con gli amici. Condurre una vita sociale accettabile e quasi impossibile per questi
soggetti, che temono anche un minimo aumento del loro peso corporeo;
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l' ortoressia e, invece, una forma di attenzione eccessiva alle regole alimentari.
Il soggetto sceglie di alimentarsi solo con cibi che considera salutari o dai quali può trarre reali o
presunti benefici. Può essere dovuta a una paura, a volte maniacale, di ingrassare o di non
essere in perfetta salute. In realtà essa conduce, di norma, a un risultato opposto a quello
sperato, con conseguenze negative soprattutto sul sistema nervoso;
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la reverse anorexia, conosciuta anche come bigorexia o dismorllsmo muscolare, é una
patologia che colpisce prevalentemente gli individui di sesso maschile. Il soggetto che ne é
colpito cerca in maniera spasmodica di aumentane la massa e la tonicità muscolare, ma,
anche quando ciò avviene, continua ad avere una visione distorta del proprio corpo, che gli
appare sempre emaciato e sottopeso;
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Emetofobia é una patologia che crea nel soggetto paura e repulsione nei confronti del
vomito. L'individuo é tormentato dall'idea di vomitare, o di vedere altri .farlo. Sebbene
alcuni emetofobici soffrano di anoressia nervosa, la correlazione di questa sindrome con i
disturbi alimentari é quasi sempre errata. Nella maggioranza dei casi, é solo la paura di
vomitare a produrne restrizioni alimentari con conseguente calo del peso corporeo e non, al
contrario, sentimenti di insoddisfazione corporea indicativi, per esempio, dell'anoressia
nervosa;
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L'anginofobia é la paura di deglutire e rimanere soffocati. Spesso. non viene diagnosticata
sino ai 12/ 13 anni d'età. I soggetti che ne sono afflitti vivono un dramma quotidiano, in
particolare, al momento dei pasti. II malato vede nel cibo un nemico e soffre regolarmente di
attacchi di panico. Senza un adeguato sostegno psicologico egli pub giungere al punto di
vivere con ansia anche la semplice deglutizione della saliva. A tutto ciò segue un graduale:
isolamento sociale, che pub condurre a gravi forme di depressione.
- La drunkorexia, letteralmente "ubriacoressia ", ovvero anoressia aloolica. E' un
comportamento evidenziato dall'Università del Missouri analizzando diversi campioni di
giovani con disturbi alimentari, in modo particolare con anoressia. lnizia tutto come un
gioco, come un compromesso: 'devo bere per far figura con gli amici ma non devo
ingrassare ', quindi tolgo il cibo e assumo calorie solo con l'alcool. I ragazzi bevono tanto
per evitare di mangiare e anche per risparmiare i soldi che, se no, andrebbero spesi per una
cena o un pranzo. Il dramma é che anche alcuni malati di anoressia cominciano ad affidarsi
a questa tecnica, nel loro caso per "stordire" il corpo e non sentire i morsi della fame. In un
modo o nell'altro, il problema é grave perché associa insieme due patologie comunque
legate alla sfera emotiva e alla depressione, alcolismo e anoressia.
Un cocktail che
potrebbe essere mortale.
I disturbi atipici sono numerosi e non ancora del tutto definiti, per cui l'elenco riportato non e
completo ed esaustivo.
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- Obesità
l'obesità è una malattia, o meglio, una patologia complessa in grado di determinare diverse situazioni di malattia.
L'obesità non è una scelta di vita, ma è spesso il frutto di scelte sbagliate legate ad uno scorretto rapporto con il cibo, con il proprio corpo e con l'attività fisica.
La persona obesa spesso è vittima di pregiudizi, e quasi sempre si giudica in maniera severa: pigro, svogliato, incapace…o peggio.
Questo modo di pensare a se stessi è indice di una incapacità a pensare a se come a persone di valore, persone per cui vale la pena dedicare tempo e impegno.
Intraprendere una dieta è un percorso faticoso. E' relativamente facile perdere peso, il difficile è mantenere i risultati nel tempo perché sono necessari cambiamenti stabili nello stile di vita, che significa l'organizzazione della giornata e del tempo.
Trovare il tempo per cucinare correttamente, per fare la spesa con la testa, e non con la pancia, per fare attività fisica. Questo è il vero ostacolo della persona obesa. E l'obiettivo del lavoro psicologico di supporto alla dieta è quello di aiutare a recuperare il senso dell'impegno per se stessi.
Trattamento
In accordo con gli altri specialisti dell'équipe (dietologo, dietista, chirurgo bariatrico) e sulla base del percorso intrapreso dalla persona che giunge a consultazione, viene proposto un percorso psicologico individualizzato finalizzato a:
- Mantenere la motivazione alla dieta e all'attività fisica
- Ricercare uno stile di vita sano
- Riconoscere gli ostacoli ad uno stile di vita sano
- Riconoscere le emozioni alla base di uno stile alimentare compulsivo
- Ricostruire la propria storia di rapporto con il cibo
- Ipotizzare stili comportamentali alternativi al cibo per la gestione di emozioni disregolanti
- Eventuale valutazione di idoneità alla chirurgia bariatrica.