neurologia

 

LAVORO CLINICO CON IL BAMBINO ( O NELL'INFANZIA)
Disturbi fisici, paure, rituali di controllo o comportamenti aggressivi sono alcuni dei modi in cui i bambini esprimono il proprio disagio.
Tale malessere ostacola l'evoluzione personale e sociale del bambino e porta i genitori a richiedere una consultazione psicologica.
Talvolta la famiglia si reca nello studio del clinico per confrontarsi rispetto ad una preoccupazione relativa alla crescita del proprio figlio, o in seguito alla segnalazione da parte degli insegnanti, o ancora per il persistere di un sintomo evidente ed invalidante.

I segnali di sofferenza del bambino non devono essere considerati come qualcosa di incomprensibile ma bensì come segnali dotati di un significato, che è necessario indagare, un messaggio da correlare e decifrare all'interno del bambino e della sua relazione con i genitori.

Nel lavoro clinico con i bambini si deve tenere conto dell'ambiente circostante, delle relazioni con le figure di riferimento, di chi ha un ruolo importante nella loro vita. Un esame attento del funzionamento psicologico del bambino, delle caratteristiche individuali di sviluppo cognitive, emotive e sociali e del funzionamento psicologico dei genitori caratterizzano gli incontri conoscitivi finalizzati a comprendere il bambino e il suo disagio in quel particolare momento del ciclo di vita.
Solitamente i primi colloqui sono condotti con la coppia genitoriale che espone il problema secondo la propria prospettiva. Viene monitorato quando il sintomo è comparso, cosa ha fatto il bambino, cosa è avvenuto prima e cosa dopo, cosa hanno fatto le persone intorno al bimbo. In questa prima fase vengono raccolti i dati anamnestici, quindi viene coinvolto il bambino e viene osservato il suo rapporto con l genitori, il terapeuta può utilizzare alcuni strumenti di indagine utili a comprendere maggiormente il disagio.
Dopo questa fase di diagnosi vengono individuati gli interventi necessari a risolvere o ridurre il problema. I genitori saranno aiutati a conoscere il proprio modo di comunicare e quello del proprio figlio. Il bambino esprimerà se stesso prendendo coscienza a poco a poco dei suoi desideri, delle sue paure e delle sue ribellioni attraverso il gioco, la drammatizzazione e il disegno all'interno di un contesto dinamico e creativo.
La psicoterapia è da considerare quindi come un luogo dove ciascuno può esprimere senza timori i propri sentimenti e i propri pensieri.

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Di seguito alcuni dei disturbi dell'età evolutiva:

  • - Disturbi ansia

    Ansia e paura sono meccanismi naturali, fisiologici e psicologici che si attivano nell'organismo in risposta a sollecitazioni ambientali di pericolo. Si tratta di una naturale reazione di fronte a uno stimolo percepito come potenzialmente pericoloso che porta a sottrarsi da ciò che ci minaccia. Tutto ciò accade anche nei bambini. A tre anni è normale avere paura dei mostri o dei lupi, come a sette degli animali, degli insetti o del temporale; ma quando la paura diventa sproporzionata alla situazione, non viene eliminata con una ragionevole spiegazione, è presente da diverso tempo, non e coerente con l'età anagrafica e interferisce con il normale svolgimento delle attività scolastiche ed extrascolastiche del bambino fino al manifestarsi un comportamento di evitamento, allora è necessario intervenire e capire cosa il bambino pensa di sé e delle situazioni in cui si trova. In alcuni casi il bambino presenta uno stato d'ansia pervasiva; è spesso teso e preoccupato per ciò che avviene intorno a lui e richiede alle persone a lui vicine costanti rassicurazioni.

  • - Fobie

    La fobia e una persistente, eccessiva o irragionevole paura per qualcosa. Particolarmente frequente nella consultazione per l'infanzia è un timore eccessivo che il bambino presenta in relazione alla separazione dal familiari a cui è maggiormente legato, caratterizzato dalla paura di rimanere da solo o dal rifiutarsi di andare a scuola. Talvolta compaiono sintomi somatici come mal di stomaco, nausea o cefalea. In età scolare quando si è eccessivamente preoccupati per la qualità delle relazioni che si incontrano nel contesto scolastico o si è preoccupati per la qualità e la quantità delle attività svolte a scuola e il bambino si rifiuta di andare a scuola allora si può parlare di fobia scolare. Se non trattato adeguatamente e per tempo tale comportamento può sfociare in una problematica con evidenti effetti sullo sviluppo. Altra situazione si verifica quando i bambini tendono a evitere le situazioni sociali in cui per esempio devono leggere ad alta voce o parlare in pubblico oppure partecipare a giochi di gruppo. In tali occasioni il bambino ha timore di apparire agli occhi degli altri impacciata, goffo o ridicolo e vive la situazione con imbarazzo e con una sensazione di fallimento. Ci si trova cosi di fronte ad uno dei distrubi più frequenti in età evolutiva: la fobia sociale.

  • - Tic

    I tic sono tutti quei movimenti o vocalizzazioni improvvise, rapide e ricorrenti, senza uno scopo e al di fuori del controllo della persona. Quando tale manifestazione comportamentale è presente da più di un anno si parla di disturbo cronico da Tic, in associazione ai tic possono presentarsi balbuzie, deficit di attenzione, difficoltà nella socializzazione e umore depresso. Il bambino prova sentimenti di vergogna per le prese in giro di chi gli sta intorno e ansia per il timore che il tic si manifesti in pubblico.

  • - Masturbazione infantile

    La masturbazione infantile consiste nello sfregamento dei genitali su un piano d'appoggio. Nelle bambine spesso avviene stringendo ripetutamente le gambe. Tali comportamenti che spesso imbarazzano e preoccupano gli adulti sono per li bambino un modo per scoprire il proprio corpo. Con il passare dell'età il bambino capisce che non sono comportamenti da mostrare in pubblico e comincerà a praticare la masturbazione in luoghi più appartati e in segretezza. Spesso la masturbazione assume una forma di consolazione alla quale si ricorre nei momenti di stanchezza, noia o solitudine o quando il bambino deve affrontare difficoltà legate alla crescita che lo spaventano. La masturbazione diventa cosi un modo per scaricare ansia e disagio. E' necessario invece intervenire quando la masturbazione è molto frequente in quanto può segnalare un forte disagio nel bambino che non deve essere sottovalutato.

  • - Distubi somatoformi

    Eventi di forte impatto emotivo possono sfociare in vomito di origine psicogena. In occasione di una contrarietà o di un'eccessiva frustrazione alcuni bambini iniziano a singhiozzare, quindi a respirare con sempre più difficoltà, compare una cianosi sempre più intensa fino a che perdono coscienza e cadono a terra. In altri casi in conseguenza ad un forte dolore o un'intensa paura il bambino diventa pallido e cade in sincope. Ci sono bambini che non riescono a manifestare le proprie difficoltà e il proprio dolore legati alla perdita di relazioni significative, hanno difficoltà a esprimere liberamente le emozioni possono cosi presentare un sintomo, come la caduta di tutti i capelli e dei peli del corpo (alopecia totale) o la presenza di una o più chiazze prive di capelli (alopecia areata). Sintomo che viene usato per sentirsi oggetto di cure ed attenzioni. Questi sintomi fisici e lamentele fastidiose in assenza di malattie organiche sono alcune delle manifestazioni che caratterizzano l disturbi somatoformi.

  • - Depressione infantile

    La tristezza è una normale emozione che tutti, anche i bambini, provano. Se però la tristezza dura troppo a lungo o si manifesta troppo spesso può indicare una depressione. in tal caso il bambino non mostra più interesse e piacere per alcune o molte delle attività svolte solitamente, si lamenta di essere stanco ed affaticato. Rabbia, lrritabilità, intolleranza e il piangere in modo eccessivo sono ciò che caratterizza il tono dell'umore di questi bimbi. in età prescolare i comportamenti più frequenti sono l'isolamento, l'eccessiva calma o al contrario Irrequietezza e instabilità, comportamenti aggressivi e una forte sensibilità alle separazioni. Dai sei anni in su il bambino, che ora riesce a comunicare verbalmente i propri stati d'animo, esprime lo stato depressivo manifestando tristezza, inutilità, bassa autostima e convinzione di non essere amato.

  • - Disturbi specifici dell'apprendimento

    Quando un bambino fatica a leggere, a scrivere o a far di calcolo, si "accusa" l'insegnante dl inadeguatezza professionale o il bambino di mancanza di impegno nello studio. A volte però la causa è da ricercarsi in un OSA (disturbo specifico dell'apprendimento). I DSA non solo incidono negativamente sul rendimento scolastico, ma condizionano in modo negativo l'immagine che il bambino ha di se e delle proprie capacità. E' utile una valutazione psicodiagnostica per individuare la problematica e fornire i provvedimenti compensativi e dispensativi di flessibilità didattica di cui i bambini possono usufruire. La funzione diagnostica e consulenziale nei confronti della scuola deve essere svolta da strutture in possesso dei requisiti previsti dalla Delibera della Giunta Regionale n.1047/2011 In merito al DSA, il Centro Clinico D.A.S. collabora con il Centro Leonardo

  • - Disturbo da deficit di attenzione, iperattività

    Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è caratterizzato da deficit di attenzione, deficit di memoria a breve termine, da iperattività e impulsività. i bambini che presentano tale disagio non riescono a riflettere prima di agire e ad aspettare il proprio turno, appaiono sempre agitati e irrequieti. Sono bambini che sembrano distratti, non riescono a seguire le istruzioni e a portare a termine le attività, perdono gli oggetti e si dimenticano cose anche abituali. in classe spesso si alzano dal banco, corrono e si arrampicano frequentemente, sono sempre in movimento. Tecnicamente si parla in questo caso di ADI-IO (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder i ed il suo riconoscimento risulta essere molto complesso. Una corretta diagnosi implica una valutazione neuropsicologica, del Quoziente intellettivo e dell'apprendimento scolastico.

  • - Disturbo oppositivo provocatorio

    La manifestazione di rabbia non è di per se indice di una grave problematica, provare ed esprimere tale emozione è un fenomeno naturale in ogni bambino, anzi e essenziale per lo sviluppo della sua identità. Nella prima infanzia un bambino e evolutivamente oppositivo: vuole scoprire il mondo, diventare autonomo, fare nuove esperienze. il periodo che va dal 18 ai 24 mesi e la tipica fase dei NO. Crescendo tale comportamento svanisce naturalmente. Quando ciò non awiene, anzi rabbia e aggressività persistono nel tempo e il bambino si mostra insofferente all'autorità degli adulti a cui si ribella apertamente, allora è presenta una problematica specifica che deve essere presa in seria considerazione.

  • - Disturbi della condotta

    I disturbi della condotta sono caratterizzati da violazioni delle leggi e delle norme sociali, da violenza e aggressività. E' presente una scarsa attenzione per I sentimenti, i desideri e il benessere degli altri. Le relazioni, che i bambini con questo disturbo mettono in atto, sono carartterizzate da controllo e dominanza sull'altro. Sono bambini che risolvono i conflitti con l'azione fisi immediata e prevaricante. Il senso di colpa e contenuto e spesso non autentico. Il lavoro clinico con questi bambini ha l'obiettivo di sviluppare specifiche competenze per la gestione dei comportamenti problematici e formare aspetti della capacità empatica.